Online il booklet di Nube di parole!

posted on settembre 18th 2019 in News & Progetti with 0 Comments

Nube di parole è un progetto – sviluppato in collaborazione con che Fare, Centro Studi sul Presente, Polo del Novecento con il contributo di Compagnia di San Paolo – volto alla ricerca e definizione di un nuovo lessico che definisca le forme del lavoro culturale dei giorni nostri. 

Siamo giunti alla conclusione di questo viaggio all’interno del mare di termini che definiscono le professioni, le professionalità e quindi noi stessi nel nostro presente partendo da domande come questa: dove e come si farà il lavoro culturale negli anni ’20?. Il risultato è un booklet che potete scaricare liberamente, che ripercorre il progetto, che si è sviluppato in 4 tappe online e 5 tappe offline per fare emergere, tra alcuni termini ricorrenti nel lavoro culturale, quelli più calzanti. 

Le 4 parole che sono state scelte da voi sono state selezionate tenendo conto di aree tematiche quali le professioni, gli strumenti e gli spazi del lavoro culturale. Le finaliste “audience engagement“, “open data“, “community hub” e “sostenibilità” sono diventate definizioni/approfondimenti sul significato e sul loro uso nel dibattito contemporaneo sul lavoro culturale anche grazie al contributo di chi ha partecipato al processo di co-scrittura online. 

Il semiologo Claudio Paolucci ha raccolto i contributi (ha partecipato anche alla serata organizzata da WeMake nella quale abbiamo presentato il termine “open data”) e ha scritto le voci finali. “C’è sempre qualcosa di rischioso nella definizione e il rischio consiste proprio nel tentativo di cartografia, che della definizione rappresenta l’essenza. De-finire significa innanzitutto tracciare i confini (…). Per questo ogni definizione rimanda sempre alla pratica cartografica di tracciatura di un territorio, territorio che è certamente linguistico, ma che è anche – e forse innanzitutto – quello delle pratiche sociali e culturali che pulsano al suo interno”, queste le parole di Claudio Paolucci tratte dall’introduzione del booklet. 

WeMake ha voluto portare all’interno del progetto la propria particolare prospettiva, quella di un fablab e makerspace, un luogo molto “pratico”, un laboratorio di progetti, prototipi, macchine rumorose, nel quale si incontrano persone diverse, ma che sono legate dalla consapevolezza che stiamo vivendo un cambiamento culturale molto connesso alla trasformazione tecnologica.

WeMake