Imprese ristrette, la digital fabrication entra in carcere

posted on febbraio 13th 2018 in Featured & News & Progetti with 0 Comments

Il fablab non è solo il luogo dove utilizzare macchine e si acquisiscono tecniche per usare gli strumenti della fabbricazione digitale, ma è il crocevia di persone che si frequentano, avviano progetti, si impegnano per arrivare a un prototipo della loro idea.
Progetti e storie si intrecciano ogni giorno. Nel corso del progetto Imprese Ristrette abbiamo incontrato le socie lavoratrici della Cooperativa Alice, nata nel 1992 all’interno della sezione femminile della Casa Circondariale San Vittore a Milano con lo scopo di attuare percorsi di inserimento lavorativo di persone detenute attraverso l’attività di sartoria.

ImpreseRistretteAlice1

Imprese Ristrette è un percorso che il Comune di Milano ha promosso dal 2016 attraverso un finanziamento rivolto a fablab e imprese sociali nell’ambito penitenziario. WeMake ha partecipato al bando indetto dal Consorzio Vialedeimille, nato dall’incontro delle esperienze delle Cooperative Sociali Alice, Estia, Opera in Fiore, Zerografica e Bee4 che operano nel contesto carcerario milanese.

ImpreseRistretteAlice4

Il nostro team -in particolare Sara Savian e Claudia Scarpa– è stato impegnato in un’azione che ha avuto come obiettivo quello di rafforzare competenze tecniche relative alla progettazione e trasferire competenze digitali per innovare i processi produttivi in ambito sartoriale, proponendo tecnologie open source.

MagliaDentroLaser_r

Il progetto è stato sviluppato in due fasi: la prima all’interno di WeMake con delle socie lavoratrici della Cooperativa Alice e la seconda nella sezione femminile del penitenziario di Bollate. Le ragazze della cooperativa, dopo le prime lezioni finalizzate ad acquisire competenza nell’uso dei software, hanno seguito l’abilitazione alla macchina taglio laser e sono passate alla progettazione di un metodo per digitalizzare i cartamodelli già presenti nella collezione della loro sartoria (Sartoria San Vittore).

ImpreseRistretteLavoroPC1

La seconda fase ha visto protagoniste le detenute nel carcere di Bollate: con loro è stato avviato un percorso formativo al fine di muovere i primi passi nella progettazione digitale per permettere di acquisire competenze utili alla realizzazione di piccoli lavori grafici da poter tagliare e applicare a supporti tessili, oltre al rafforzamento di un proprio profilo professionale. Le ragazze hanno realizzato in digitale il logo della Sartoria Bollate per poi realizzarlo con la plotter da taglio: hanno identificato le icone che raccontano l’anima della Sartoria Bollate, un rocchetto di filo e una forbice, e selezionato una font adatta.

ImpreseRistretteScrittaCorta1

Il progetto con la cooperativa ha avuto come esito un’innovazione nel processo produttivo attraverso l’acquisizione da parte delle lavoratrici di skills tecnici in ambito digitale e un rafforzamento delle competenze trasversali.

Anche questo si fa in un fablab!


 

Il progetto è stato finanziato nell’ambito del “Progetto Sperimentale: Matching Fab Lab e Imprese Ristrette“, rivolto a Fablab imprese iscritte all’Albo del Comune di Milano (Avviso pubblico di cui alla Determinazione Dirigenziale  n. 24 del 16/2/2015). Il progetto sperimentale rientra negli interventi più ampi promossi in collaborazione con il Comune di Milano finalizzati al sostegno delle Imprese ex legge 266/97.

Perchè si parla di imprese ristrette? Il Consorzio Vialedeimille è un soggetto di forma aggregata che si occupa di promuovere e sviluppare l’economia carceraria. Nei quattro Istituti milanesi di Bollate, Opera, Beccaria e San Vittore coesistono molteplici realtà economico/produttive che impiegano soggetti detenuti o ex detenuti in diversi  settori quali, falegnameria, tessile, verde etc.

WeMake