Identità creativa e sperimentazione artistica nell’era dell’IA

Nel corso di un’appassionante sperimentazione didattica intitolata “La forma delle nuvole – Identità creativa e sperimentazione artistica nell’era dell’IA”, abbiamo accompagnato gli studenti e le studentesse del Liceo Artistico Boccioni di Milano in un percorso immersivo che univa arte, tecnologia e riflessione critica. Un’esperienza che ha trasformato la classe in un laboratorio di idee, domande e visioni sul futuro.
Attraverso un approccio critico e capacitante abbiamo proseguito la nostra ricerca con i giovani artisti per indagare la relazione tra uomo e macchina in chiave educativa. Non si è trattato solo di apprendere come funziona l’intelligenza artificiale, ma di chiederci insieme cosa significhi davvero “intelligenza” e se una macchina possa essere davvero creativa.
Il corso si è aperto con un inquadramento teorico e culturale: abbiamo smontato i luoghi comuni legati all’IA e analizzato il suo impatto sociale, partendo dalle origini storiche della disciplina fino alle più attuali tecnologie di apprendimento automatico e deep learning. Abbiamo messo in discussione il mito dell’oggettività algoritmica, esplorato le discriminazioni insite nei sistemi predittivi e le implicazioni etiche e ambientali del loro utilizzo. Concetti complessi come bias, reti neurali, machine learning e sistemi predittivi sono stati resi accessibili attraverso esempi concreti e attività laboratoriali.

Il cuore del progetto è stato l’approccio laboratoriale. Ogni attività è stata pensata per stimolare il pensiero critico e la creatività, due elementi centrali per la cittadinanza digitale.
Parallelamente, abbiamo indagato il rapporto tra IA e immaginario culturale, attingendo all’arte contemporanea, alla letteratura, al cinema e ai videogiochi. Da Blade Runner a Black Mirror, dai robot di Čapek ai paesaggi digitali di Refik Anadol, gli studenti hanno potuto riflettere su come la cultura rappresenta — e a volte anticipa — le sfide tecnologiche del presente.
La parte finale del corso è stata dedicata alla creazione. I ragazzi hanno sperimentato in prima persona l’uso di strumenti di generazione AI, imparando le basi del prompt engineering e lavorando su progetti visuali ispirati a racconti di fantascienza da loro ideati.
Questa esperienza ha mostrato quanto sia potente e necessario, oggi, accompagnare gli studenti a un uso consapevole dell’intelligenza artificiale: non per subirla passivamente, ma per comprenderla, smontarla, esplorarne i limiti e immaginarne gli usi futuri.
In un’epoca in cui le nuvole non sono solo nel cielo, ma anche nei server e negli algoritmi, è fondamentale che tutti siano capaci di guardare oltre la superficie — a riconoscere la forma delle nuvole.