Una soluzione dagli “occhi belli”
Oggi vi raccontiamo la storia di un progetto che ci riempie di orgoglio, una storia che inizia con un percorso intrapreso nel 2016 con alcuni membri della nostra community come Antonino Cotroneo e il suo progetto Ambra e a seguire con lo sviluppo dei dispositivi co-progettati e prototipati nel progetto opencare.
WeMake nel 2018 è stata coinvolta nella co-progettazione di una soluzione che potesse supportare nella quotidianità la comunicazione tra caregiver e ragazzine con la sindrome di Rett. La Sindrome di Rett è una patologia progressiva dello sviluppo neurologico che colpisce quasi esclusivamente le bambine.
Ad introdurci nel mondo delle ragazze è stata l’Associazione Italiana Rett (A. I. R. E.T.T– ASSOCIAZIONE ITALIANA SINDROME DI RETT O.N.L.U.S.), che, grazie al progetto “Bimbe con gli occhi belli” finanziato da Fondazione Vodafone, ha ideato, progettato e sviluppato insieme a OpenDot. un sistema di comunicazione a controllo oculare. Il software sarà scaricabile su differenti dispositivi (laptop, tablet, ecc.) e introdotto presso le famiglie di bambine/ragazze distribuite sul territorio italiano.
WeMake si inserisce nel progetto attraverso una co-progettazione il cui obiettivo era di trovare una soluzione affinché i dispositivi con la barra oculare avessero una custodia/cover/borsa che fosse:
- facilmente utilizzabile dalle bambine/ragazze (senza rischio di caduta del dispositivo)
- comoda per i caregiver nei trasferimenti (facilmente richiudibile e apribile)
- che garantisse la protezione del dispositivo
- universale (che fosse adattabile ai diversi dispositivi)
- esteticamente gradevole
- modificabile nell’utilizzo
- capiente
- stabile
Il risultato è una cover completamente apribile e richiudibile a forma di borsa che contiene un esoscheletro universale che consente ai dispositivi di non muoversi e di mantenere la barra per il controllo oculare in posizione corretta.
Per la realizzazione della borsa sono stati utilizzati software e hardware tipici della digital fabrication come la stampante 3d e la macchina a taglio laser.
Il processo di co-progettazione è stato condotto con i caregiver e i terapisti che si sono detti disponibili a co-progettare la soluzione da settembre 2018 a novembre 2018. I primi tre prototipi sono stati testati dalle famiglie e dai terapisti da dicembre 2018 a febbraio 2019. Il prototipo con le modifiche rese necessarie dopo i test è stato infine consegnato nel mese di aprile 2019 dai designer Sara Savian e Francesco Perego, coadiuvati da Cristina Martellosio.
La borsa Amelie di Airett sarà ora a disposizione del centro Airett. Un progetto e un’avventura di co-progettazione coinvolgente che ci ha entusiasmato soprattutto perché ha trovato una soluzione che ha soddisfatto tutti: caregiver, designer, terapiste e soprattutto le ragazze!