Palpreast, un dispositivo wearable self-safe
Mondo medicale e maker: WeMake ha una lunga storia di ricerca, progettazione e prototipazione in questo campo. Basti pensare a uno degli ultimi progetti, Grippos, e al primo grande intrapreso in questa area, opencare.
Il 29 giugno 2021 WeMake ha organizzato con le sue tre community una serata “combo” che ha visto la presentazione di Palpreast, un dispositivo open source per l’autopalpazione del seno alla presenza di Lucia Arcarisi, ricercatrice che lo porta avanti con un team all’Università di Pisa sostenuto da un finanziamento dell’Unione Europea e con la collaborazione con Ubora, una piattaforma di innovazione aperta per progetti di ingegneria biomedica tra Africa ed Europa, di cui abbiamo parlato durante il progetto europeo DSI (Digital Social Innovation). Insieme a Lucia era presente un’altro membro del team, Ilenia Gulino.
Arduino User Group & Wearables, Milano Live Coding e Digital Fashion Night hanno proposto, secondo i propri campi di studio e ricerca, alcune implementazioni al progetto.
Palpreast è portato avanti da Lucia Arcarisi, Ilenia Gulino, Licia Di Pietro e Carmelo De Maria. È un dispositivo indossabile per l’autopalpazione del seno, pratico, sicuro e adatto a tutte le donne.
Come spiega Lucia aprendo la serata “l’idea nasce da un dato di screening della popolazione femminile: il tumore al seno colpisce 1 donna su 8 nel mondo, in Italia vi sono 50mila nuovi casi ogni anno. Un’arma efficace è la diagnosi precoce: l’autopalpazione è il primo strumento di prevenzione che ogni donna può fare, è semplice e sicura e non è così diffusa come dovrebbe”.
Il dispositivo si basa sul fatto che il nodulo è molto più rigido del tessuto del seno: “il dispositivo fa quello che fanno le mani, il corpetto esterno ha all’interno un sistema di gonfiaggio e una matrice sensibile alla pressione che rileva le diverse incidenze – spiega Lucia -, il nostro primo prototipo era molto semplice e sfruttava il corpetto del karate (io facevo karate!, ndr) con 16 aree sensibili alla palpazione. Nonostante la semplicità, abbiamo individuato la classe medica del dispositivo: Palpreast è in classe 1, vuol dire che ha la stessa pericolosità di un termometro. Il secondo prototipo con matrice tessile aveva 144 aree sensibili per ogni seno e un sistema di gonfiaggio più leggero. Con l’uso della stampante 3d abbiamo allargato il focus sull’usabilità, abbiamo creato dei seni in laboratorio con dei noduli e siamo riusciti a individuarli”.
Una particolarità di Palpreast è che è utilizzabile da tutte le donne e poi che si tratta di un dispositivo di prevenzione, che porterebbe anche a una riduzione della spesa sanitaria pubblica, come sottolinea nella sua presentazione la ricercatrice “e inoltre è self: la prevenzione viene infatti a casa nostra, perché noi andiamo dal medico solo quando stiamo male e quindi un prodotto così è molto utile, anche nel periodo Covid che stiamo vivendo, durante il quale la prevenzione ha subito una battuta d’arresto. Allo stesso tempo Palpreast può supportare senologi e breast unit” conclude. Lo sviluppo del progetto nasce dalla tesi magistrale di Lucia Arcarisi all’Università di Pisa ed attualmente è finanziato nell’ambito del progetto interdiscipliare Mosaic.
Di seguito i contributi delle tre community, che, per voce dei principali animatori e animatrici hanno illustrato le loro proposte.
Sara Savian | Digital Fashion Night
Contribuisco all’implementazione del progetto Palpreast creando un cartamodello che sarà possibile scaricare e laserare (magari qui a WeMake!). Ho scelto un modello sportivo standard con accortezze che consentano di contenere fili e parti del dispositivo, c’è anche la possibilità di prevedere taglie differenti. Il modello è stato realizzato con il software open source Inkscape.
Mauro Alfieri | AUG
Mi sono concentrato sull’aspetto elettronico e sull’uso dell’intelligenza artificiale. L’ultimo prototipo lavora su 144 punti di contatto: il primo suggerimento è il tipo di scheda da scegliere, consiglio di passare ad Arduino Nano, che contiene il bluetooth. Le nano nascono infatti per essere facilmente utilizzate in wearable. Su schede tinyML è inoltre possibile montare un minimo di machine learning. Attualmente a questo scopo ho trovato due software “Edge Impluse” e “TensorFlow”. Una sorta di machine learning viene già attualmente fatta dal dispositivo, perché vengono confrontati i dati dei due seni e quindi proseguirei su questa strada.
Matteo Testa | Milano Live Coding
Quello che con Codice Inutile abbiamo cercato di fare è lavorare coi dati che produce Palpreast, in particolare comunicare qualcosa oltre alla presenza dei noduli. Volevamo dare un senso a questa struttura a matrice, associando il valore di ogni punto a 3 scale che diventeranno delle animazioni che comunicano quanto è alto il valore in quel punto preciso. Abbiamo cercato di fare una cosa artistica, ci siamo affidati a una metafora per raccontare i dati. Consideriamo il codice e la tecnologia non solo un mezzo, ma qualcosa che ha un contenuto e che quindi merita di essere rappresentato. Ho disegnato dei fiori (simbolo della lotta anti tumore) con gli acquarelli che poi si animano con con p5js, il risultato è che vediamo sbocciare dei fiori nella matrice.
La “Combo all stars” è stata una serata molto importante per WeMake: è stato il primo evento ibrido con persone in presenza dopo più di un anno, l’inaugurazione della nuova sede e il saluto prima della pausa estiva a tutti i membri delle community, cuore del fablab e makerspace che vogliamo essere.