Adottare soluzioni maker per sopravvivere
Diciamocelo: ci sarà un prima e un dopo Covid-19.
L’aspetto psicologico e sociologico è quello che tocca tutti: l’incertezza sul futuro è aumentata nelle nostre vite. Il mutamento nei comportamenti e nelle abitudini quotidiane è evidente per chi vive nelle “arancioni” (come Milano) e il suo impatto è evidente anche per chi come noi vive parte della sua vita professionale in un laboratorio aperto che è anche luogo di pratiche maker e di coesione sociale come abbiamo già avuto modo di raccontarvi (leggi Milano, città educativa e Coprogettare nei territori).
Nonostante i necessari mutamenti nelle abitudini quotidiane stiamo facendo leva su un’esperienza maturata in questi anni nelle pratiche della condivisione con alla base valori come l’apertura (openness) lo scambio (sharing) e le attività di produzione collaborativa.
Usiamo software e piattaforme che ci permettono di condividere progettazioni, idee, file e siamo abituati a gestire processi “online” e distribuiti, a fruire e a erogare formazione digitale sia nei contenuti sia per quanto riguarda gli strumenti.
Possiamo citare a titolo di esempio le esperienze della Fabacademy e Fabricademy, le piattaforme di rilascio documentazione (GitHub, Instructables, Thingiverse, Wikifactory), le community online realtime (Discord, Slack), la gestione di webinar con Jitsi o Zoom e la gestione di vere e proprie classi virtuali con il supporto di sistemi in cloud come Moodle e la GSuite. Il fatto di saper condurre una classe virtuale e di conservare parte della didattica esperienziale e quindi in presenza (in piccoli gruppi) diventa in questo momento un nostro punto di forza.
Questa emergenza non ci ha trovato impreparati (se consideriamo l’aspetto del lavoro in digitale, smart working etc..) ma sta sicuramente accelerando i processi e le modalità di “co-lavorare”; lo facciamo continuando a perseguire la nostra mission di divulgazione della cultura maker e delle tecnologie apribili.
Insomma, vi aspettiamo! In presenza o online!