We Make Noise il 18 settembre: dal beep al byte!
Dal beep al byte: ascoltare le arti e le pratiche clamorose nel fablab della cura
L’incontro del 18 settembre presso WeMake riguarda la registrazione dei suoni, il clamore di WeMake. A differenza di una immagine o di un video, la registrazione audio ci svela nuove dimensioni e modi peculiari di interpretare e rappresentare cosa avvenga in uno spazio di makers coinvolti nel ripensare i processi e strumenti di cura e salute, in quanto partner del progetto europeo opencare.
I dati permettono di percepire meglio “eventi” di silenzio, comunque interpretabile in base al contesto e alla pratica, ed “eventi” clamorosi, dove macchine, persone e l’ambiente stesso circostante rilasciano suoni, voci, vibrazioni che vanno a caratterizzare cosa accade. L’ascolto di diversi file audio può essere combinato tra loro come un collage polifonico che metta in conversazione diversi momenti.
Nel caso della parte di ricerca su Giulio Berretta, maker non vedente e partecipante come Maker in Residence, sono state combinate le tracce audio del benvenuto alla residence, dei momenti della progettazione e della sintonizzazione del software adattato per il progetto con altri makers, tra i suoni d’ambiente il motore d’aspirazione e la lasercut, con in sottofondo sul canale destro una traccia registrata durante un concerto dal vivo jazz del sassofonista Jesse Davis. Una libera ricombinazione si presenta come un lavoro creativo fatto sulla percezione di porzioni acusmatiche della realtà all’interno del fablab. Un modo per accompagnare e riscoprire l’ascolto di suoni e voci come percezione estetica e di indagine interpretativa.
Durante l’incontro si sono analizzate delle tracce audio e Federico Monaco ha presentato le tecniche e metodi di indagine etnografica e sociale relativa ai Sound studies utilizzate presso WeMake per la ricerca. Ecco il materiale che abbiamo visionato durante l’incontro.
We Make Noise è un’iniziativa gratuita.
Iscrizioni su eventbrite