Maker in campo

posted on dicembre 19th 2025 in Featured & Progetti with 0 Comments

Nel panorama dell’innovazione tecnologica applicata all’agricoltura, la collaborazione tra WeMake e il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’economia agraria) rappresenta un esempio concreto di come l’approccio maker e la filosofia open source possano contribuire allo sviluppo di soluzioni efficaci per l’agricoltura di precisione.

Nel 2026 WeMake sarà ancora al fianco dei ricercatori del CREA in un progetto di ricerca che ha come obiettivo la sperimentazione di un nuovo sistema di misura e raccolta dati con tecnologia LoraWan.

Tutto è iniziato alla Maker Faire di Roma del 2019, quando Paolo Bonelli, maker esperto di monitoraggio ambientale a WeMake, ha presentato alcuni dei suoi sensori ambientali e un sistema di trasmissione dati basato sulla tecnologia LoRa. L’incontro con Elio Romano, ricercatore del CREA ed ricercatore in agricoltura di precisione, ha dato vita a un progetto che avrebbe portato alla realizzazione di un sistema innovativo di monitoraggio.

A gennaio 2020 prende avvio ufficialmente il progetto che vede WeMake e CREA collaborare nella costruzione di un sistema di sensori per l’agricoltura di precisione. L’obiettivo era migliorare e aggiungere funzionalità al sistema di monitoraggio già sperimentato dall’ente di ricerca, con particolare attenzione alla trasmissione e centralizzazione dei dati. I sensori raccolgono informazioni per studiare il drenaggio del terreno, registrare le reazioni del suolo agli agenti atmosferici e agli effetti dell’irrigazione, ottimizzando la gestione delle risorse idriche.
Il progetto si basa sulla tecnologia LoRa (Long Range), che permette di coprire ampie distanze con bassi consumi energetici. Questa tecnologia, insieme agli sviluppi nel campo dei microcontrollori come Arduino, rende possibile anche a maker o persone con limitata preparazione elettronica di costruire sensori che trasmettono dati a distanza. Si tratta di soluzioni flessibili e a basso costo, con hardware e software modificabili e migliorabili dalla comunità, applicabili anche laddove non esiste un prodotto industriale specifico.

Un aspetto fondamentale del progetto è stato il trasferimento di competenze attraverso la formazione del team CREA. Questo approccio riflette la filosofia del movimento maker: condivisione di conoscenze e empowerment tecnologico.
Il progetto si inserisce nell’alveo delle attività di Citizen Science di WeMake, un’area multidisciplinare che pone particolare attenzione ai sistemi per il monitoraggio ambientale. Software e hardware open source, macchine a controllo numerico e co-progettazione sono gli strumenti che WeMake ritiene idonei ai nuovi processi di monitoraggio ambientale, sia per i cittadini che per i professionisti. I percorsi formativi rappresentano il punto di partenza per arrivare allo sviluppo di prodotti e processi da immettere sul mercato, creando un ponte tra educazione e applicazione professionale.
Il progetto con CREA fa parte di un’iniziativa più ampia denominata “Outdoor Sensing“, che promuove l’incontro e la discussione tra maker, esperti di tecnologie della rilevazione e trasmissione dati in campo aperto e portatori di interesse in vari ambiti: agricoltura, ambiente, protezione civile ed energie rinnovabili.
Parallelamente, WeMake ha sviluppato il LoRaKit, uno strumento didattico a basso costo pensato come piattaforma educativa con difficoltà graduale, modificabile e adattabile a sensori diversi, utilizzabile sia in prima formazione che per sviluppi avanzati.
La collaborazione con WeMake si inserisce in un contesto più ampio di ricerca sull’agricoltura di precisione che il CREA sta portando avanti a livello nazionale, con lo sviluppo di soluzioni digitali innovative per lo smart farming, applicazioni digitali, sensoristica di supporto, simulatori fisico-virtuali.

L’esperienza evidenzia come le tecnologie open source e l’approccio della fabbricazione digitale possano offrire soluzioni accessibili, flessibili e scalabili. In un contesto in cui l’agricoltura 4.0 cresce del 19% annuo e vale oltre 2,5 miliardi di euro in Italia, progetti come questo rappresentano un modello replicabile che unisce ricerca scientifica di alto livello, tecnologie accessibili, trasferimento di competenze e sostenibilità economica e ambientale. La strada verso un’agricoltura più digitale passa attraverso la capacità di creare ponti tra il mondo della ricerca istituzionale e quello dei maker, tra l’alta tecnologia e l’accessibilità, tra la sperimentazione e la formazione.

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