Aggiornamenti da In Pe’, primo prototipo opencare

posted on luglio 25th 2016 in News & Opencare & Progetti with 0 Comments

Eccoci dopo una breve pausa con un fresco aggiornamento sull’andamento del progetto opencare a WeMake.

Ci siamo lasciati ad inizio giugno con la presentazione delle tre proposte progettuali ideate dalle comunità milanesi che hanno partecipato alle sessioni di co-progettazione durante la scorsa primavera.

Come introdotto dalla nostra Zoe in questo articolo pubblicato su Che Futuro! dopo un attento lavoro di analisi e di ricerca abbiamo deciso di procedere alla prototipazione del progetto In Pe’ un dispositivo indossabile che “aiuta le persone che vivono da sole e vogliono sentirsi sicure e autonome […] un segnalatore di caduta in grado di distinguere diverse situazioni di allerta rispetto a quelle di movimento quotidiano”.

Dopo una fase iniziale di ricerca sulle tecnologie a disposizione dei makers per lo sviluppo di un dispositivo di questo genere, abbiamo deciso di iniziare a sperimentare con il RePhone Kit. Il RePhone Kit è un prodotto hardware davvero innovativo nell’ambito del wearable e dell’IoT: lanciato meno di un anno fa con una campagna di crowdfunding, il kit presenta alcune caratteristiche che lo rendono particolarmente appetibile per lo sviluppo e le esigenze del nostro prototipo.

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    • Modularità – il RePhone si compone di fatto di una costellazione di piccoli moduli, ognuno dei quali è stato pensato per rispondere ad una speciale funzione (comunicazione, localizzazione, monitoraggio ambientale, interazione…). Fatta l’eccezione di un modulo principale designato per processare i dati da e verso gli altri moduli, tutti gli altri sono intercambiabili, dando la possibilità di creare la configurazione che più si avvicina alle specifiche esigenze di progetto.
    • Caratteristiche tecniche – come richiesto dall’idea progettuale di In Pe’ l’hardware è in grado di inviare una comunicazione di allerta tramite un modulo GSM in cui inserire una SIM card proprio come un normale telefono cellulare, o eventualmente anche tramite rete bluetooth appoggiandosi al proprio smartphone. Inoltre è in grado di comunicare la propria posizione grazie ad un modulo GPS, come quelli presenti nei comuni navigatori. Infine, è in grado di identificare un evento di caduta grazie ad un accelerometro a tre assi compreso nel modulo di monitoraggio ambientale.
    • Dimensioni – grazie alle dimensioni piuttosto ridotte dei moduli il prototipo manterrà con buona probabilità la promessa di essere un dispositivo indossabile ed eventualmente anche personalizzabile.
    • Costo e riproducibilità – prestando particolare attenzione al tema centrale della facilità di riproduzione del dispositivo, la scelta di questo hardware si è dimostrata lungimirante in quanto: da un lato dovrebbe mantenere il costo piuttosto contenuto; dall’altro essendo riprogrammabile grazie alla piattaforma open source Arduino ci darà la possibilità di condividere liberamente il codice e le istruzioni per poterlo programmare.

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Al momento a  WeMake abbiamo cominciato a mettere insieme i vari pezzi che andranno a comporre il sistema finale che farà funzionare “In Pe'”.
Dopo solo qualche giorno di lavoro abbiamo creato un prototipo iniziale in grado di riconoscere una caduta, individuare il luogo della caduta e far partire una chiamata di emergenza!


Altri momenti del work in progress:

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Prototype stunts test in un disegno di Silvia D’Ambrosio

 

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La calibrazione del GPS subito rinominata “sunbathing GPS” :-)


 

Siamo fiduciosi che a breve riusciremo ad aggiungere le altre funzionalità previste per fare di In Pe’ il progetto immaginato dalle comunità milanesi per offrire a molti la possibilità di sentirsi più sicuri in autonomia.

Rimanete sintonizzati per i prossimi aggiornamenti tecnici sugli avanzamenti del prototipo!

WeMake